Marco Salerni

Opere

Marco Salerni ha esposto in Galleria Gagliardi dal 1993 al 1997.

Marco Salerni (1939 - 2017)

Il termine encausto viene dal greco Enkaiein che significa bruciare.
Tale tecnica in uso presso gli antichi popoli della civiltà del Mediterraneo era eseguita sulle pareti, su pietra o su legno, con pigmenti di colore sciolti nella cera e fissati con il calore.
Le nozioni sull'encausto ci sono giunte attraverso le traduzioni dei testi di Plinio, Naturalis Historiae di Vetruvio, De Architectura; non altrettanto noto è il nome di colui che lo praticò per primo, anche se la storia ci mette a conoscenza che già gli Egiziani rendevano solubile la cera – secondo i papiri del 1300 a.C. - ormai da lungo tempo.
Essi ricorrevano all'encausto al fine di conservare, per motivi religiosi, i ritratti dei loro defunti il più a lungo possibile, dato che i colori ad encausto non si scuriscono ne si screpolano: pertanto l'opera è, praticamente, di durata eccezionale.
I Romani faceva largo uso di questa tecnica, come dimostrano diverse “domus” pompeiane, dove ritroviamo opere encausticate a mezzo di cera applicata in superficie per proteggere il dipinto già eseguito sulla parete.
Conoscenza e impiego dell'encausto scompaiono con il cessare della civiltà classica.
Sappiamo però che Leonardo tentò di realizzare con questa tecnica la “Battaglia di Anghiari”, non lasciandone comunque prova, perché egli stesso distrusse l'opera, non essendo riuscito a dosare il calore.
Lo studio dell'encausto fu ripreso sporadicamente nel XVIII e XIX secolo.
Ciò che affascinò e affascina nelle opere eseguite ad encausto consiste nella loro lucentezza, determinata dal velo traslucido di cera che avvolge il colore e dona l'impressione che sia lo stesso dipinto a generare la luce.

Marco Salerni è nato a Siena il 15 Marzo 1939, svolge la sua attività in questa città, nello studio attiguo alla sua abitazione in località Olmo di Quercegrossa. Ha cominciato a lavorare, come autodidatta, fin da giovanissimo, percorrendo tutte le tappe dell'esperienza pittorica. Dopo la prima esposizione, tenuta nel 1960 a Siena, nella suggestiva cornice del Chiostro di S.Andrea, ha partecipato a numerose personali e collettive in Italia e all'estero: da Firenze ad Arezzo, a Roma, a Grosseto, a Sulmona, a Messina, a Mantova, a Milano, ad Avignone, a Wetzlar, ottenendo crescenti consensi di critica e risultando vincitore di numerosi premi.
Il Comune di Siena gli affidò la pittura del drappellone per il palio del 2 Luglio 1979, dedicato a Cecco Angiolieri. Nel 1980 eseguì, per incarico dell'autorità ecclesiastica, la grande Pala d'Altare per la Chiesa del Beato Bernardo Tolomei a Siena.
Ha esposto più volte ad Avignone, sotto il patrocinio di quel Comune, ed è stato invitato a partecipare alla collettiva organizzata e patrocinata del Municipio di Wetzlar nella Germania Federale. Ha esposto più volte in Spagna, a Marbella su invito e a Valencia, dove ha inaugurato l'Anno Accademico di quella Università con una antologica e tenendo lezioni sull'encausto.
Le sue opere sono arrivate in Svizzera all'Expo Internazionale di Ginevra, ed è stato invitato al Museo Internazionale dei Fantastici Europei con sede a Bruxelles e ad ha partecipato più volte all'Expo di Gent. Sempre su invito, le sue opere sono arrivate anche in Giappone e negli States.
I suoi lavori sono stati improntati, fin dagli anni difficili delle prime sperimentazioni, ad un continuo ricercare, ad un continuo ricercare, ad un operare ogni volta progettando e verificando, fino a giungere alla riscoperta della tecnica antichissima ed affascinante dell'encausto, all'uso “egizio” della cera d'api, attraverso cui egli quasi scolpisce la tavola in una pittura che si esprime “per forza di levare” che comunica in quanto rappresenta.
Nel 1989 porta a termine la pittura ad encausto delle pareti della chiesa senese dedicata alla Beata Maria Taigi di Vico Alto.
Collezioni privati ed istituti pubblici ospitano attualmente varie sue opere. 

Di lui hanno scritto Carmine Benincasa, Roberto Barzanti, Aldo Cairola, Edmond Volponi, Gino Morbiducci, Carlo Munari, Gilberto Madioni, Marurizio Vanni ed altri.